La Pasqua tarantina di Gloria e i tubettini con le cozze

tubettini con le cozzeEd eccomi in partenza per la città dove sono nata, pronta a vivere i due giorni e le due notti che Taranto dedica ai riti della Settimana Santa dall’epoca della dominazione spagnola nell’Italia meridionale. Protagonisti di queste ore i “Perdoni”. Avanzano scalzi, a coppie, vestiti con un camice bianco stretto in vita e sui polsi, un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, a rappresentare la frusta che colpì Gesù, una mozzetta color crema abbottonata sul davanti, due scapolari in seta blu chiaro, un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi. Portano inoltre un bastone che simboleggia quello dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dai peccati. Il passo che li caratterizza si chiama “nazzecata”, incedere lentissimo e ondeggiante. Alle 15 in punto del Giovedì Santo, si aprono i due ingressi della Chiesa del Carmine: la Prima Posta di Città Vecchia e la Prima Posta di Città Nuova, dando inizio al pellegrinaggio presso gli Altari della Reposizione. L’uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana Santa tarantina che coinvolge l’intera cittadinanza. Il secondo atto parte alla mezzanotte tra il giovedì e il venerdì Santo dalla Chiesa di San Domenico Maggiore, con la processione della statua della Madonna Addolorata che i Perdoni portano in giro per la città fino alla mattina del venerdì,alla ricerca del figlio. I l terzo atto è quello della processione dei Misteri che esce alle cinque del pomeriggio del Venerdì Santo dalla Chiesa del Carmine, portando le statue che simboleggiano la passione di Gesù Cristo, lungo le strade del Borgo Nuovo, fino all’alba. Elementi suggestivi e determinanti sono le marce funebri eseguite magistralmente da tre bande cittadine. In questi due giorni la città diventa un crogiuolo sociale in cui i tarantini residenti incontrano quelli che vi accorrono per onorare questi riti, ritrovare le tradizioni, gli amici, i suoni, l’odore del mare e del cibo. La tradizione dei piatti marinari trova la sua precisa collocazione in questi due giorni di astinenza dalla carne, primi fra tutti i tubettini con le cozze. Ecco la ricetta del piatto tipico tarantino, per 4 persone. Una porzione contiene circa 500 calorie e, seguita da un’insalata di lattuga e una macedonia, ci garantisce un buon sostegno per alcune delle ore da trascorrere in giro per la città.

Ingredienti: 1 kg di cozze pulite; 250 gr di pasta formato tubetti piccoli rigati; 200 gr di pomodoro a pezzi o polpa di pomodoro; 1 spicchio di agli; prezzemolo; quattro cucchiai di olio extra vergine d’oliv; sale, pepe. Procedimento: mettere le cozze intere, opportunamente lavate e pulite, in un tegame coperto. Farle andare a fuoco lento e lasciare che si aprano. Estrarre il mollusco dalla valva e tenerlo da parte, conservando il liquido. Far imbiondire l’aglio nell’olio, aggiungere i pomodori e l’acqua di vegetazione delle cozze ben filtrata. Far cuocere l’intingolo per circa 10 minuti e poi aggiungere le cozze precedentemente pulite. Far andare ancora a fuoco lento per pochi minuti. Cuocere la pasta per la metà del tempo indicato sulla confezione, scolarla ed aggiungerla nel sugo di cozze, facendo cuocere fino ad ultimarne la cottura. Servire con prezzemolo tritato fresco e una pepe nero macinato di fresco.

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